In un’intervista a L’agenda.News ho raccontato le mie intenzioni e i miei impegni per i prossimi anni.
Da cosa nasce la sua scelta di candidarsi alle prossime elezioni?
“Le colonne di un giornale rappresentano lo specchio di una realtà territoriale. I lettori e le lettrici di questa testata sono attenti osservatori e testimoni della cronaca e della vita della comunità locale, alla quale appartengono da generazioni. La nostra è da sempre laboratorio vivace e brillante, ma non certo immune da problematiche sociali, rese più preoccupanti da una crisi ancora lontana dal trovare soluzioni. Le notizie parlano di aziende in crisi, di servizi al territorio depauperati, di attività commerciali che chiudono per sempre le serrande. Dobbiamo forse arrenderci? No, naturalmente. Se ciascun cittadino è e deve sentirsi parte attiva di questo territorio, a maggior ragione tale senso di responsabilità e appartenenza compete a chi, come me, ha scelto di fare attività politica vicino alle persone.
Ecco perché ho deciso di candidarmi alla Camera dei Deputati in questo collegio che comprende Pinerolo, la Valle di Susa e la Val Sangone: proprio per riuscire – nel caso venissi eletta – a dare maggior peso e maggior voce ai nostri comuni, vallate e montagne a Roma, dove si prendono le decisioni che contano”.
Qual è la sua linea riguardo le politiche locali, in particolare le problematiche dell’occupazione e la valorizzazione dei nostri territori?
“E’ mia intenzione proseguire il lavoro che ho avviato, grazie alle idee, al sostegno e alle proposte di molti tra coloro che stanno leggendo queste righe. In modo particolare vorrei:
favorire le iniziative per l’occupazione, soprattutto dei giovani, con un coinvolgimento che non sia di pura forma, ma di sostanza, di tutte le amministrazioni locali (oltre le logiche di appartenenza), delle categorie economiche, dei sindacati e dell’associazionismo. Solo attraverso le loro proposte, rappresentate in Parlamento, il nostro territorio potrà fare “massa critica” e contare di più. La ripresa delle attività produttive deve puntare sul rilancio dell’industria tradizionale, che va accompagnato dalla creazione di nuove figure professionali in settori quali il turismo e la cultura, fiori all’occhiello di questa zona;
combattere la desertificazione dei territori cosiddetti marginali: piccoli comuni e centri di montagna perdono inesorabilmente gli esercizi commerciali, che rappresentano la vita stessa di una comunità locale. Intendo proporre provvedimenti mirati da parte di Regione e Governo, per contrastare questo fenomeno che uccide un patrimonio culturale vecchio di secoli. Bisogna puntare anche sull’eccellenza e sull’economia di nicchia, tutelando e promuovendo i boschi, l’artigianato e l’agroalimentare di qualità;
continuare la battaglia contro la burocrazia che ammazza le aziende, quelle medio-piccole in particolare, ridurre e semplificare le leggi e il fisco che non è degno di un Paese moderno. Come possiamo rendere competitive le nostre imprese, se non creiamo le condizioni per far sì che i giovani possano avviare nuove attività, con agevolazioni concrete e che le aziende esistenti non siano vessate da tasse spropositate e messe nelle condizioni di non poter assumere? Lavorare per rendere più efficiente la sanità e le politiche sociali. Aiutare chi più ha bisogno, come anziani, disabili, persone rese povere dalla crisi. Le condizioni perché si possa operare in questa direzione sussistono solo se il territorio non viene privato dei suoi servizi sociali e presidi sanitari. Purtroppo la Giunta regionale, in questi ultimi anni, ha fallito in questo campo, e solo la tenacia della popolazione è riuscita in parte a ridurre il danno”.
Cosa pensa della nuova proposta di candidatura alle Olimpiadi 2026?
“Le nostre montagne sono state conosciute e apprezzate in tutto il mondo per il “miracolo” olimpico del 2006. Aderisco fin da ora alla richiesta di riproporre Torino e le nostre montagne per le Olimpiadi invernali del 2026, attraverso un progetto che coinvolga tutti – da destra a sinistra, politicamente parlando – valutando le ricadute di sviluppo positive possibili nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio”.
In un momento come questo di evidente sfiducia nei confronti delle istituzioni, come pensa di convincere gli elettori a votarla?
“Questi punti essenziali non vogliono rappresentare promesse, ma un impegno. Molto spesso, è comprensibile, la sfiducia delle persone nei confronti dei politici prevale. Ciò accade quando la politica è fatta solo di fumo e dimostra di essere lontana dai problemi di tutti i giorni che colpiscono famiglie e imprese. Ormai da tanto tempo, nei ruoli che mi sono stati assegnati grazie al consenso degli elettori, in particolare come sindaco e consigliere di Giaveno e, negli ultimi anni, come vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, ho sempre cercato (e spero di esserci almeno in parte riuscita) di ascoltare il territorio e di agire in suo nome. Ed è quello che desidero fare con passione anche per il futuro, se gli elettori mi daranno di nuovo la loro fiducia”.